24 ott 2013

Brevi Storie Inutili EP. 3: "Diario di un pazzo a sprazzi"

Non sono mai stato convinto dei miei mezzi ma neanche dei miei interi. Interi anni noiosi, interi lustri poco lustri. Una barba, ma in barba alla barba decisi un giorno di fare la mia mossa: pedone avanti di due, ma sulle strisce. E poi correre, nudi, urlando: matto in tre mosse. Uno mi fa "questo non è buon costume!", ma essendo nudo non ho alcun costume addosso. Arriva la neuro, forse è per quello che vede costumi invisibili. Ah no, cercano me, chissà se mi trovano.
"Come mi trovate?"
"Decisamente fuori"
"In effetti fa freschetto"
Camicia, maniche lunghe lunghe. Fa niente tanto è inverno. Le pareti sono imbottite, e anche i panini che mi portano: panini integrali, mangiati a frazioni, un boccone virgola due per volta. L'ultima volta che mi hanno chiuso qua dentro non mi hanno dato un compagno di cella, e neanche adesso. Dovevo immaginarlo. E lo immagino di nuovo, ho il compagno di cella immaginario. E me lo immagino come uno che ha un compagno di cella immaginario, che sono io. Immaginario collettivo. Immaginatevi la scena.
Quando mi dimettono sono una persona posata, a terra e di peso dagli infermieri sul marciapiede.
Un tipo mi fa "su con la vita" e giacché son seduto mi aiuta rialzarmi. Mi sento sollevato. "Forte sto tipo" penso. "Mi chiamo Egismondo Dei Marmi" fa lui. Apperò! Forte, Dei Marmi!
Ma adesso è tempo di scegliere che strada percorrere, anche se preferisco quelle per camminare. È tempo di pensare al futuro: penserò.

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