28 nov 2013

Mangia una sottiletta scaduta da dieci anni e diventa un supereroe

Whiskyonsin, Nuova Nuovazelanda.

Peter Amburgo non è il tipo che dà nell'occhio: pettinatura ordinaria, occhiali, fisico minuto, secondo. Ma Peter ha anche un segreto. L'anno scorso, di questi tempi, si accingeva a preparare il suo solito sandwich (prosciutto, sottiletta, cetriolini sott'olio fritti e un grano di pepe), ma, intontito da una notte quasi insonne, non si accorgeva di aver pescato dal pacco di sottilette sbagliato, prendendone una dimenticata lì anni prima dal precedente inquilino della casa.

“Inizialmente non ho capito cosa stava accadendo. Mi sentivo solo strano. Dopo diversi giorni ho scoperto di puzzare anche subito dopo essermi lavato, ed avevo sviluppato una fobia per la grattugia” dice Amburgo.
Per capire cosa gli fosse successo abbiamo interpellato la scienza. Il dottor Proctor Menegulli, docente di Cose presso l'Università di Retequattro, ha avuto la possibilità di analizzare i resti di quella sottiletta: “la lunga permanenza in un frigorifero non solo ha fatto sviluppare una serie di batteri ed altri microorganismi nella sottiletta, ma ha anche reso la stessa radioattiva a causa del decadimento molecolare del caglio”, la spiegazione che ci ha fornito, “mangiando quel sandwich, il signor Amburgo ha in pratica acquisito la forza e la velocità di una sottiletta adulta”.

Col tempo, Peter si è accorto di possedere delle incredibili abilità: fondere a piacimento, chiudere i buchi del formaggio svizzero col pensiero, trasformare gli oggetti in stracchino; ha così deciso di mettere queste sue doti al servizio della collettività, ed ogni notte combatte il crimine sotto le mentite spoglie di Amburger Cheesey.

Da una grande stagionatura, derivano grandi responsabilità.




15 nov 2013

Scoperto un comune in provincia di Roma

Nel piccolo borgo di Sasso Maggiore la lira ha ancora corso legale

In un mondo sempre più interconnesso e tecnologico, sono in molti a pensare che le scoperte, quelle vere, sono ormai da ricercarsi al di fuori della nostra atmosfera. Eppure, quanto possiamo dire di conoscere ciò che ci circonda? La vicenda portata alla luce da Trecchio Mentolo, cacciatore di pelli di funghi, dovrebbe far riflettere: durante una delle sue battute di caccia, avendo perso l'orientamento, ha finito per imbattersi in una serie di case a lui sconosciute, nonostante i suoi anni passati in quei boschi.
Eccolo, Sasso Maggiore, centosei abitanti, dimenticato dal 1922: nelle carte geografiche non c'è, in quelle politiche neanche, e per qualche strana ragione nemmeno in Google Maps.
Abbiamo incontrato il sindaco di Sasso Maggiore, Felicio Acratico.

-Non è incredibile che nessuno si sia ricordato di voi in quasi un secolo?
Ma no, siamo gente tranquilla, non amiamo lasciare la Sassata (nome dato alla valle dai sassesi ndr)
-Ma nemmeno una telefonata? Uno straniero che arriva in auto?
Niente, nel 1923 avrebbe dovuto esser portato qui il filo del telefono e una strada d'accesso maestra, ma un regio decreto firmato per sbaglio da Sua Maestà cancellò il nostro comune dalle mappe, dal Regno e dagli investimenti per le infrastrutture

Un'incredibile vicenda di malgoverno e burocrazia che risale a prima del secondo conflitto mondiale. Qui la lira ha ancora valore legale, e l'effige di Vittorio Emanuele III campeggia sulle monete: li aggiorneremmo sull'attuale stato dello Stato ma, tutto sommato, forse stanno meglio così.


Il comune di Sasso Maggiore visto dall'alto: visibile sulla destra la pietra da cui prende il nome il comune

4 nov 2013

Online la petizione "Contro lo sfruttamento dei semafori"

Ergilia Ammontaglio, attivista che si è sempre contraddistinta per essere in prima fila in numerose battaglie (ricordiamo la “protesta contro il colore verde talvolta visibile al tramonto”, ritenuto fuori luogo e nocivo al turismo mondiale, nonché la “raccolta fondi per la reintroduzione della Prussia”), stavolta ha deciso di prendere a cuore un problema che tutti noi possiamo notare, ogni giorno, nelle strade delle nostre città: lo sfruttamento dei semafori.
“Essi sono costretti a lavorare ogni giorno, tutto il giorno” possiamo leggere nel testo della petizione, “senza potersi mai fermare, senza riposarsi, sempre in piedi. Per di più, tutto questo nei pressi di pericolosissimi incroci”.
E non ci sentiamo di dare tutti i torti alla Ammontaglio, dal momento che in effetti ai poveri semafori sembrano negati anche i più elementari diritti: non solo quando infine, sfiniti, si guastano, non vengono condotti ad un riparo dove riprendere le forze; ma sono costretti ad attendere l'arrivo di una squadra che li rimetta in sesto, alla stregua di star dello spettacolo che prima di un concerto, durante un lungo e devastante tour, vengano imbottite di antidolorifici pur di farle andare avanti. E per di più, tutto ciò beccandosi anche qualche poco gradevole insulto dagli automobilisti.
“loro rendono la nostra vita migliore, come li ripaghiamo?” leggiamo poi nelle ultime righe della suddetta petizione, “costringendoli a respirare continuamente lo smog delle nostre auto e persino piccandoci di protestare se, per caso, li troviamo stremati sonnecchiare lampeggiando. E' il momento di dire basta: firma la petizione, fermiamo questa schiavitù. Aiuta i tuoi amici semafori”.

Non possiamo che appoggiare la battaglia della energica Ergilia.