Ergilia Ammontaglio, attivista che si è
sempre contraddistinta per essere in prima fila in numerose battaglie
(ricordiamo la “protesta contro il colore verde talvolta visibile
al tramonto”, ritenuto fuori luogo e nocivo al turismo mondiale,
nonché la “raccolta fondi per la reintroduzione della Prussia”),
stavolta ha deciso di prendere a cuore un problema che tutti noi
possiamo notare, ogni giorno, nelle strade delle nostre città: lo
sfruttamento dei semafori.
“Essi sono costretti a lavorare ogni
giorno, tutto il giorno” possiamo leggere nel testo della
petizione, “senza potersi mai fermare, senza riposarsi, sempre in
piedi. Per di più, tutto questo nei pressi di pericolosissimi
incroci”.
E non ci sentiamo di dare tutti i torti
alla Ammontaglio, dal momento che in effetti ai poveri semafori
sembrano negati anche i più elementari diritti: non solo quando
infine, sfiniti, si guastano, non vengono condotti ad un riparo dove
riprendere le forze; ma sono costretti ad attendere l'arrivo di una
squadra che li rimetta in sesto, alla stregua di star dello
spettacolo che prima di un concerto, durante un lungo e devastante
tour, vengano imbottite di antidolorifici pur di farle andare avanti.
E per di più, tutto ciò beccandosi anche qualche poco gradevole
insulto dagli automobilisti.
“loro rendono la nostra vita
migliore, come li ripaghiamo?” leggiamo poi nelle ultime righe
della suddetta petizione, “costringendoli a respirare continuamente
lo smog delle nostre auto e persino piccandoci di protestare se, per
caso, li troviamo stremati sonnecchiare lampeggiando. E' il momento
di dire basta: firma la petizione, fermiamo questa schiavitù. Aiuta
i tuoi amici semafori”.
Non possiamo che appoggiare la
battaglia della energica Ergilia.
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