Nel piccolo borgo di Sasso Maggiore la
lira ha ancora corso legale
In un mondo sempre più interconnesso e
tecnologico, sono in molti a pensare che le scoperte, quelle vere,
sono ormai da ricercarsi al di fuori della nostra atmosfera. Eppure,
quanto possiamo dire di conoscere ciò che ci circonda? La vicenda
portata alla luce da Trecchio Mentolo, cacciatore di pelli di funghi,
dovrebbe far riflettere: durante una delle sue battute di caccia,
avendo perso l'orientamento, ha finito per imbattersi in una serie di
case a lui sconosciute, nonostante i suoi anni passati in quei
boschi.
Eccolo, Sasso Maggiore, centosei
abitanti, dimenticato dal 1922: nelle carte geografiche non c'è, in
quelle politiche neanche, e per qualche strana ragione nemmeno in
Google Maps.
Abbiamo incontrato il sindaco di Sasso
Maggiore, Felicio Acratico.
-Non è incredibile che nessuno si
sia ricordato di voi in quasi un secolo?
Ma no, siamo gente tranquilla, non
amiamo lasciare la Sassata (nome dato alla valle dai sassesi ndr)
-Ma nemmeno una telefonata? Uno
straniero che arriva in auto?
Niente, nel 1923 avrebbe dovuto
esser portato qui il filo del telefono e una strada d'accesso
maestra, ma un regio decreto firmato per sbaglio da Sua Maestà
cancellò il nostro comune dalle mappe, dal Regno e dagli
investimenti per le infrastrutture
Un'incredibile vicenda di malgoverno e
burocrazia che risale a prima del secondo conflitto mondiale.
Qui la lira ha ancora valore legale, e l'effige di Vittorio Emanuele
III campeggia sulle monete: li aggiorneremmo sull'attuale stato dello
Stato ma, tutto sommato, forse stanno meglio così.
Il comune di Sasso Maggiore visto dall'alto: visibile sulla destra la pietra da cui prende il nome il comune |
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